Più del budget contano le idee disruptive

Vuoi lanciare un prodotto, rivitalizzare un brand, creare aspettative intorno a un evento o a un personaggio? La sfida oggi è abbandonare le tecniche più datate per lanciarsi in qualcosa di veramente impattante.

«La campagna funziona se suscita un’emozione. L’emozione può variare – sorpresa, rabbia, disgusto, meraviglia – ma l’importante è che sia coerente con l’obiettivo da ottenere. Oltre all’idea, conta la buona realizzazione.»

Questa frase l’ho pronunciata io in un’intervista da cui ha preso forma l’articolo di Millionaire che ti sto raccontando in questo articolo a tema guerrilla marketing. Ti mostro anche degli esempi super interessanti.

I cereali di Ronaldo, ma è un omonimo

Negli Stati Uniti, il brand Surreal ha ideato dei cartelloni super catchy con scritte a caratteri cubitali come “I cereali ufficiali di Ronaldo” oppure “Serena Williams mangia i nostri cereali”. L’azienda non poteva permettersi testimonial famosi e quindi ha trovato persone a caso con gli stessi nomi e le ha pagate per dire cose carine sui suoi cereali.

La cosa divertente è che queste persone non erano le celebrità che tutti penserebbero ma dei semplici omonimi, cosa che il brand ammette pure nel breve copy presente sotto ogni titolone. Dwayne Johnson, infatti, è un autista di Londra.

1,2,3,4,5,6 ragioni per cambiare la tua password

L’Organizzazione Svedese per la Sicurezza Informatica ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che mette in guardia dall’uso di password comuni e scontate. Chi di noi non ha usato numeri o parolacce almeno una volta nella vita?

Secondo una ricerca della Swedish Internet Foundation la maggior parte delle password utilizzate dalle persone online non sono infatti abbastanza sicure: la più comune in Svezia è “123456”.

Ecco quindi comparire dei cartelloni con scritte esplicite e giochi di parole che ricordano di utilizzare combinazioni più sicure. I copy sono una sorta di presa in giro, fatta però con una leggerezza e simpatia tale da renderli accettabili e indurre a una riflessione

Perché usare la mappa se hai un billboard?

Per promuovere il suo negozio sostenibile di Londra, IEKA ha disseminato la città con cartelloni che indicavano il numero di passi e la direzione da seguire per raggiungerlo.

In ogni affissione è anche spiegato un percorso alternativo con i mezzi pubblici per tutte quelle persone che, per un motivo o per l’altro, non possono camminare. Una campagna perfettamente in linea con il posizionamento del brand e attenta al tema dell’inclusività e della disabilità. È bastato scrivere in grande il numero di passi per spronare le persone a interessarsi e a capire cosa significasse quel numero e dove portasse.

In strada è guerra a colpi di creatività

Quando mi è stato chiesto di spiegare perché mi piace ho risposto così:

«Questa è la parte più bella del marketing e della pubblicità. Nasce per stupire, scende nelle strade e spesso fa il botto anche con un budget limitato.»

Per fare un esempio torno a IKEA, che diversi anni fa ha realizzato nel centro di Parigi un’installazione che riproduceva al posto di un cartellone l’ambiente di un bagno. Al suo interno c’erano anche delle persone (vere) che svolgevano le loro attività di routine. L’obiettivo era dimostrare che, con il giusto arredamento, lo spazio può essere ottimizzato: geniale, no?

Altro esempio è Nike, che aveva posizionato una striscia brandizzata per impedire l’accesso alle scale mobili e il suo logo su una panchina senza seduta. Il messaggio era chiaro: vai a piedi e resta in forma. Per non parlare poi dei creativi di McDonald’s, che tra le tante idee campagne brillanti realizzate hanno anche trasformato dalle strisce pedonali che conducono al ristorante di Kuala Lumpur in patatine fritte.

Insomma… quando si lascia la mente libera di vagare e la creatività incontra non incontra resistenze nascono campagne pubblicitarie incredibili.

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